Necessità e opportunità per un Comune di applicare la Tariffa Puntuale del servizio di gestione dei rifiuti urbani
Principi, sistemi e modalità di misurazione per l’applicazione puntuale della tariffa e la gestione circolare dei rifiuti.
Chi inquina paga: obbedisce a questo principio la tariffazione puntuale, il sistema che dà un contributo decisivo per raggiungere gli obiettivi di riciclaggio e di riduzione della produzione di rifiuti stabiliti a livello europeo. La tariffa puntuale, strumento di equità oltre che di spinta verso gli obiettivi dell’economia circolare (eco fiscalità), mette dunque in correlazione il prezzo del servizio e la quantità di rifiuto prodotto.
A differenza dei sistemi domiciliari e di prossimità (che raggiungono il livello massimo di raccolta differenziata subito dopo l’effettuazione di campagne di sensibilizzazione ma poi presentano un calo di partecipazione più o meno evidente) la tariffazione puntuale – il termine “puntuale” fa riferimento ai rifiuti effettivamente prodotti, o meglio conferiti, dalla singola utenza – consente di ottenere una partecipazione costante e duratura nel tempo, poiché la singola utenza può beneficiare direttamente del risultato del suo impegno nel ridurre i rifiuti residui potendone valutare gli effetti in relazione all’importo tariffario che è tenuta a corrispondere annualmente.
Decreto 20 Aprile 2017 sui sistemi di misura
Il decreto 20 Aprile 2017 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22 maggio n.117) ed entrato in vigore il 6 giugno 2017, in attuazione della legge 147/2013, detta i criteri per la realizzazione di sistemi di misurazione puntuale della quantità dei rifiuti conferiti al servizio pubblico o di sistemi di gestione.
Il decreto stabilisce:
- Criteri per la realizzazione di sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti
- Requisiti minimi dei sistemi di misurazione puntuale
- Sistemi di identificazione (delle utenze)
- Misurazione diretta della quantità di rifiuto
- Misurazione presuntiva
- Determinazione dei conferimenti da parte di utenze aggregate
Sul decreto puoi leggere anche un articolo di approfondimento cliccando qui.
La tariffazione puntale: chi coinvolge
Cittadini e imprese, amministratori comunali, grande e piccola distribuzione, gestori del servizio rifiuti: è un’azione di sistema in cui tutti sono chiamati in causa. In pratica la tariffazione puntuale prevede di associare la singola utenza al rifiuto indifferenziato (o di altre tipologie che costituiscono comunque costi di raccolta e smaltimento per amministrazioni e gestori) che produce e di misurarlo puntualmente introducendo una tariffa calcolata anche in base alla reale produzione di rifiuto conferito dall’utente.
Una misura, quindi, orientata a una maggiore equità, in cui non si paga più solo sulla base dei metri quadri dell’abitazione o dell’ufficio e del numero dei componenti della famiglia. Così gli utenti vengono responsabilizzati: chi differenzia risparmia, chi inquina paga.
Non solo: dai risultati ambientali raggiunti nelle realtà in cui è già stata applicata, la tariffazione puntuale appare come mezzo efficace per assicurare elevate percentuali di raccolta differenziata e un’importante riduzione del rifiuto da smaltire. Il sistema appare così come la chiave di volta per una gestione dei rifiuti urbani moderna, in linea con le attuali normative finalizzate a una prevenzione dei rifiuti sempre maggiore, oltre che per una una migliore quantità e qualità delle raccolte differenziate.
La tariffazione puntale: i sistemi per la contabilizzazione
Esistono diversi sistemi per la “contabilizzazione del rifiuto”, ovvero per conteggiare quanti rifiuti si producono e quindi determinare l’ammontare della bolletta.
Le differenti metodologie si basano sulla necessità di connotare il conferimento, per tipologia, quantità (volume o peso) e di associazione tra conferimento e utenza del servizio.
- Il primo sistema, praticato nei Comuni in cui si effettua la normale raccolta stradale, è quello dei cassonetti con riconoscimento dell’utenza con chiave elettronica o tessera associata alla calotta
- Il secondo, praticato nei Comuni con la raccolta porta a porta, è quello basato sull’utilizzo di bidoncini o di sacchetti con chip per il riconoscimento del soggetto che conferisce (l’utente)
- Il terzo, utilizzato sempre per i Comuni in cui è attiva la raccolta a domicilio, è quello basato sull’utilizzo dei sacchetti prepagati dotati di codice a barre.
Ogni Comune, insieme al proprio gestore del servizio, sceglie il sistema più adatto al territorio e all’utenza, in modo da massimizzare l’efficienza e facilitare il compito di cittadini e imprese.
Lo stato di attuazione e i risultati
La vecchia tassa/tariffa rappresenta l’86,9 per cento del totale delle fonti di finanziamento del sistema dei rifiuti (8,7 miliardi di euro). La tariffa puntuale, che premia chi fa bene la raccolta differenziata, viene applicata solo a 2,8 milioni di abitanti in 280 Comuni, meno di una persona su 20.
In Lombardia troviamo i Comuni che hanno applicato la Tariffa puntuale da pionieri fin dal 1997 (Consorzio Comuni dei Navigli) e da allora, nonostante l’incertezza normativa, 85 Comuni hanno già applicato questo sistema e molti altri sono in procinto di applicarlo. A livello provinciale in questi Comuni si registrano le più alte percentuali di raccolta differenziata, con picchi oltre l’80 per cento. Inoltre, nel dossier “Comuni Ricicloni 2017” di Legambiente, il Consorzio dei Navigli, su scala nazionale, occupa la sesta posizione sugli unici venti che sono riusciti a rispettare i rigidi criteri di selezione nella classifica dei Consorzi sopra i 100 mila abitanti. Adesso il Consorzio dei Comuni dei Navigli sta sviluppando altre attività per continuare progressivamente a potenziare e rendere più performante il suo sistema di gestione integrata dei rifiuti, per esempio estendendo entro il 2020 la tariffa puntuale a tutti i 20 comuni consorziati o ancora avviando progetti innovativi per debellare la piaga dell’abbandono dei rifiuti.
Sfatiamo alcuni luoghi comuni sulla tariffa puntuale
- La tariffa puntuale fa emigrare i rifiuti nei Comuni limitrofi: No, questo avviene raramente e per un tempo limitato (ma spingerà i Comuni vicini a dotarsi di sistemi analoghi)
- La tariffa puntuale comporterà un aumento per tutti i cittadini: No, solo una diversa distribuzione della TV, parte variabile della Tari. La “misurazione puntuale” porta a una “tariffa corrispettiva” che fa pagare, non di più o di meno rispetto a prima, ma il giusto, nel rispetto del principio di commisurazione del costo al servizio fornito
- I sistemi di pesatura non sono precisi: No, il Decreto sui sistemi di misura prevede anche la conta dei sacchi tra i sistemi di misurazione possibili
- La tariffa puntuale va bene solo nei piccoli Comuni: No, esistono sistemi di identificazione e quantificazione del rifiuto prodotto che si possono adattare ai più differenti contesti territoriali e urbani.
- La tariffa puntuale porta all’abbandono dei rifiuti: No, anzi permette di controllare il fenomeno e di ridurlo. Esempi virtuosi nell’utilizzo di sistemi di tariffazione puntuali sono sempre accompagnati da ottimi risultati anche nella riduzione di questi fenomeni.
Si può dunque realizzare la Tariffa Puntuale?
Sì, se chi lo decide:
- la ritiene giusta, è fortemente convinto e crede nella sua efficacia e nei suoi benefici sia in termini di equità e sia in termini ambientali. Non si applica per «moda»
- è in grado di progettare organicamente un passaggio così importante fissando chiaramente fasi e obiettivi da raggiungere
- sa creare e valorizzare professionalità interne che rendano l’ente/azienda autonoma nella gestione dei processi più importanti
- non utilizza argomenti esclusivamente economici per convincere i propri utenti che occorre passare a tariffa puntuale. Argomenti a volte non corretti, fuorvianti e soprattutto poco efficaci in termini di educazione e sensibilizzazione.
Approfondimento
Di Tariffa puntuale parleremo Giovedì 8 novembre 2018 a Ecomondo, Rimini. Per saperne di più e iscriverti al convegno clicca qui.